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       IDROCELE 
      L'idrocele, è  una patologica raccolta di liquido (trasudato  o essudato) all'interno dei due foglietti della tunica vaginale (sottile  membrana che riveste il testicolo e l'epididimo).  
        Ne esistono di due tipi:  primario e secondario.
        Può colpire uno solo o, più raramente, entrambi i lati.   
        L'idrocele quando non è congenito si sviluppa più comunemente come patologia  secondaria in individui adulti. Le cause dell'idrocele primario sono  sconosciute; generalmente è una patologia congenita che si sviluppa quando il  dotto peritoneo vaginale, cioè il condotto che unisce la cavità addominale con lo scroto (attraverso il quale il testicolo, durante lo sviluppo del feto,  raggiunge la sua collocazione definitiva) non si richiude una volta avvenuto il  passaggio del testicolo; in questo caso il fluido peritoneale scende e si  raccoglie nello scroto attraverso il dotto rimasto aperto.L'idrocele  secondario può essere causato da ernia inguinale, da infezioni o traumi del  testicolo o dell'epididimo, o da un’alterazione del meccanismo di produzione e  riassorbimento del liquido fisiologicamente presente tra i due foglietti della  vaginale (di morma pochi millilitri). Il sintomo principale è un rigonfiamento  progressivo, non doloroso, di uno o entrambi i lati dello scroto, che si  presenta turgido. Quando l’accumulo di liquido diviene importante risulta  difficile la palpazione del testicolo per via della massa fluida che lo  circonda. 
        Diagnosi   
      Un attento  esame obiettivo accompagnato da trans illuminazione scrotale, può essere  sufficiente a porre diagnosi, che viene confermata con un’ecografia  scrotale.   Terapia 
      Il trattamento dell’idrocele è chirurgico e consiste nell’intervento  di chiusura del dotto peritoneo vaginale nel caso delle forme primarie.  L'idrocele secondario invece, viene trattato tramite drenaggio chirurgico ed  eversione/resezione della tonaca vaginale. L’intervento (Eversione/Resezione  della Tonaca Vaginale  del Testicolo)  viene comunemente eseguito tramite una incisione a livello scrotale. Questa via  d’accesso garantisce il pronto recupero del paziente e una cicatrice  postoperatoria virtualmente invisibile. Una volta inciso lo scroto e raggiunto  il testicolo,  
      la sacca di liquido che forma l’idrocele viene esposta  mobilizzata e incisa, con successiva eversione e sutura dei margini. Il  materiale di sutura utilizzato è tutto riassorbibile, anche a livello cutaneo,  perciò non sarà necessaria la rimozione dei punti, che cadranno spontaneamente dopo  circa 10 giorni. Il paziente può essere dimesso poche ore dopo l’intervento  chirurgico. La complicanza più comune  
      ma non frequente è l’ematoma, che  generalmente si riassorbe spontaneamente. In casi molto rari è necessario un  drenaggio chirurgico. L’anestesia preferita per questo tipo d’intervento è  quella locale o periferica, con l’iniezione dell’anestetico a livello del  funicolo o della colonna vertebrale (blocco funicolare o anestesia spinale),  alla quale viene aggiunta al bisogno una sedazione. La ripresa dell’attività  fisica dopo l’intervento deve essere graduale, evitando nei primi giorni sforzi  eccessivi, che potrebbero provocare sanguinamento intra-scrotali, con la  conseguente formazione di ematomi. Una volta caduti tutti i punti cutanei si  potrà riprendere gradualmente l’attività fisica abituale. 
       
       
        
        
       
         
        	
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